CLIMBING JUKE BOXE 12

AD USO E CONSUMO

Sono vecchio!!! Anzi no, ma comunque si; abbastanza vecchio da permettermi di "rompere i coglioni" alla comunità a cui mi sento di appartenere. E' passato più di un anno dall'ultimo post e spesso mi sono chiesto se valeva la pena mantenere aperto questo blog. Un blog che ha come unico scopo quello di archiviare riflessioni di un libero arrampicatore (o arrampicatore libero fate Voi) relative al mondo dell'arrampicata. Pensieri, ricordi, soluzioni tecniche e avvisi ai rampicanti.
Ci sono flash delle falesie odierne che mi fanno riflettere su cosa sia diventata oggi l'arrampicata libera. Non la chiamo sportiva perché non devo vendere ne scarpette ne imbraghi ma soprattutto perché non disdegno le falesie deserte e appartate magari di roccia mediocre che di sportivo non ne hanno neanche lontanamente il sapore.

non sono i scalini in questione

L'arrampicata libera è diventata qualcosa di diverso. Non penso sia migliore o peggiore del passato ma sicuramente diversa. Le vie sono rimaste sempre uguali. Poesie di movimenti scritti sui muri pronte a farsi leggere gratuitamente da tutti anche se poi pochi sapranno apprezzarle a pieno. Questo non è cambiato. Il comportamento di chi frequenta le falesie però si. Oggi mi sono soffermato su di uno scalino di una certa utilità costruito da quella solita banda di volontari che decide di chiodare una falesia. Dico proprio banda di volontari perché non conosco nessuno che abbia chiodato una falesia intera da solo dalle nostre parti. Quelli che poi si dedicano all'accesso e al "contorno" della falesia stessa sono di certo coloro che meritano più rispetto. Il loro nome non comparirà probabilmente mai in nessuna guida e ancor più difficilmente in qualche didascalia di foto mozzafiato ma la loro opera essenziale è di ceto bene collettivo. Da quello che fa il 4a a quello che fa il 9a. 

Comunque oggi c'é un particolare che ha catturato la mia attenzione, anzi i particolari erano due. Due puntelli di ferro messi a mo di pali per sorreggere uno scalino. Capita mille volte di vedere uno scalino rotto ed è anche normale che si rompa essendo opera volontaria non certificata e non destinata a durata eterna. Ma questo scalino mi ha lasciato perplesso perché il palo a traverso, per intenderci quello che va da un puntello e l'altro, era lì vicino a pochi centimetri. Il sentiero con evidenti segni di passaggio mi ha fatto credere che fosse "saltato" da poco tempo ma poi uno sguardo più approfondito mi ha fatto capire che era li da tempo. Mesi, forse anni. Lui come molti altri saltati dal loro posto, restavano solo i tondini di acciaio a terra pronti ad accogliere la prima scivolata sfortunata di qualche passante poco attento che poi sicuramente non esiterà a chiamare il soccorso alpino per una banale ferita da taglio a 15 minuti dall'auto.
 Ecco su questo posso garantire che eravamo diversi. Ci prendevamo persino giornate sottratte all'arrampicata per fare qualcosa relativamente alla manutenzione di sentieri, vie e accessi.
Gli untori delle poesie ci sono stati sempre. Scarrucolavano in parete decine di volte le stesse lettere fino a rendere illeggibile una straordinaria poesia non curanti di tutto quello che li circondava. Protezioni, ciuffi d'erba e sentieri. Ma quello scalino diversi anni fa sono certo sarebbe tornato al suo posto. Prima o poi questione di giorni qualcuno lo avrebbe rimesso a posto. E come lui anche tutti gli altri. Oggi no, il pubblico è più orientato ad una generica omologazione e oltre alle vie anche i sentieri necessitano una certificazione o manutenzione programmata da qualcuno di esterno dalla comunità. Il passo indoor-outdoor è così breve che se nessuno te lo spiega viene da pensare che ci sia dietro un comune, una provincia o addirittura un ente statale che mantenga il tutto. E' impensabile che qualche coglione abbia lavorato a gratis invece che scalare per costruire uno scalino. Pagate le tasse tutto quello che trovo mi spetta di diritto. Ma non è così spesso le tasse le hanno pagate in pochi, pochissimi e tutti gli altri beneficiano di quelli che hanno pagato in passato e pagheranno in futuro; coloro che si dedicano all'allestimento di una falesia. Da chiodatore l'unica dolce consolazione che ho cercato di assaporare è quella che avendo chiodato quasi sempre posti in culo alla m---onna il pubblico è sicuramente un po' più selezionato di quello del luogo origine di questa riflessione. Forse una fittizia convinzione per dormire sonni tranquilli in queste stupende giornate di lettura verticale.  


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