Comunicare
Le nostre relazioni quotidiane si intersecano le une sulle altre. Un puzzle impossibile dove per incastrare alcuni pezzi alle volte si deve forzare un po' la mano e alla fine anche forzando non è detto che tutti i pezzi si incastrino bene. Magari si chiude il buco ma l'incastro non è quello ideale bensì una nostra personale interpretazione e si vede.. Pensate a quei pezzi uniti maldestramente che rimangono in rilievo. Anche se il colore del pezzo "ci dice" è chiaro che quello non è il suo posto. A me le menti. Fate un parcheggio grandioso con la vostra auto smanettando il volante come una frusta per cuocere la polenta nel pentolone e aluccate specchietti finestrino posteriore oppure fate un po' di disco con i vostri sensibilissimi sensori di parcheggio. Meglio ancora assistete al miracolo tecnologico del park assistant in dotazione alla vostra auto.
Peccato che come togliete la chiave dalla macchina vedete uno strano individuo avvicinarsi che sale sull'auto anteriore e se ne va e voi passate dalle stelle alle stalle.. questo è lo stato d'animo finale.
La teoria delle sfere relazionali spiega bene quello che avevo in mente pochi giorni fa. Mi sono detto <<deve esserci qualcosa che sorregga questa sensazione di iper-comunicazione altrimenti tutto il mio ragionamento cade>>. La sensazione è quella che provate ogni volta in cui la Vostra diventa una turbo-comunicazione. Insomma questo accade ogni volta che vi capite con i vostri vicini senza parole. Una sorta di empatia diretta che rende il linguaggio verbale e analitico quasi primitivo. Non c'è domanda e non c'è risposta perché tutto quello che fate è in ordine con chi vi circonda e procede proprio come vorreste.
La teoria di questi ambienti c'è! Ed è anche di un italiano (Donati P.). Prendete la sfera privata, familiare, professionale, pubblica e infine quella ludica. Probabilmente ce ne sono tante altre ma non così facilmente distinguibili da quelle base che ho elencato. Ognuna di queste interagisce con l'altra senza che ci sia diretta connessione. All'opposto per individuare la non sfera prendete tanti individui vicini fisicamente ma non appartenenti alla stessa sfera relazionale. Gli uni estranei agli altri al 100%. Sono contenitori ammucchiati di sangue, ossa e acqua privi di comunicazione e interazione. Immaginiamo che la vostra giornata sia stata un vero disastro. Appena vi troverete ad essere attori in una della altre sfere per quanto possiate far finta di nulla tutti i componenti riceveranno l'onda d'urto creata dalla negatività che vi portate dietro. Viceversa se la vostra giornata è perfetta ed equilibrata ogni volta che entrate nelle altre sfere portate con voi quella sicurezza tipica di chi si sente apposto con il prossimo e con se stessi. Le sfere comunicano fra di loro e voi comunicate al loro interno con tutti i membri della sfera stessa. Ora siete in quelle occasioni in cui vi trovate ad organizzare una cena o un semplice appuntamento che coinvolge più sfere. Tutte le distanze individuali emergono improvvisamente. Solo un colpo di fortuna riesce ad appianarle e voi a trovare il giusto punto di incontro. Alle volte è un vero miracolo di intermediazione. Se organizzate lo stesso evento nella vostra sfera con i membri della stessa non c'è neanche bisogno di dire nulla. Fare, andare, fame, cibo e cena.
Se fino ad oggi le relazioni fra individui erano prevalentemente di tipo fisico ora nell'era della interconnessione continua, gli scambi si sono moltiplicati alla ennesima potenza. La rete ha compensato e sta compensando quella dote che per anni gli scienziati hanno cercato di dimostrare come possibile. La telepatia.
Ora, anche se non siamo perfettamente telepatici, anzi alle volte non ci capiamo neanche a parole, basta un semplice ponte radio per il nostro telefono o un accesso alla rete e il messaggio arriva nitidamente alla persona che vogliamo contattare. E' un continuo scambio di informazioni che spiega quanto i social network e applicazioni similari stiano cambiando il nostro modo di relazionarci. Gli scienziati dicono che la comunicazione per empatia non è coniugabile con quella analitica. O l'una o l'altra. Quindi o decidete di aprirvi alla comunicazione empatica oppure restate a quella analitica. Non fate un mix perché sarà un sicuro disastro. Per diciamo sciogliere l'empatia c'è un attivante che funziona sempre. Dalle nostre parti si chiama Verdicchio (noto per il retrogusto amarognolo di mandorla che ti ricorda anche da ubriaco che la realtà è diversa da quella che stai figurando in quel momento). Troppo difficile però calibrare le giuste dosi e soprattutto mantenere un livello di performance costante nel tempo. Inoltre diffidate dai medici io sono quasi sicuro che il vino nuoce alla salute quanto altre sostanze però meglio un bicchiere di vino ogni tanto che uno stato depressivo costante. Invito tutti a sperimentare, quando possibile, livelli di comunicazione non tradizionali e non analitici. Sono spesso più efficaci ed efficienti. Siamo così impostati sulla razionalità da perderci gran parte delle nostri doti comunicative.. Pian piano concorderete con il mio punto di vista.
Dicono che la comunicazione non verbale sia molto più efficace della prima. Il 60% - 80% dello scambio di informazioni fra individui avviene attraverso l'espressione facciale, gesti con le mani e posture del corpo. Credo sia un goffo tentativo del nostro corpo per materializzare l'empatia oppure alle volte può essere una vera tecnica perfezionata di fishing. Di sicuro mediamente non siamo esperti del linguaggio non verbale e lo utilizziamo in maniera istintiva.Comunque funziona alla grande. Un esempio di quanto la comunicazione verbale conti poco rispetto a quella non verbale ve lo faccio ora.
Ieri una Hostes o Promoter che sia mi voleva appioppare una carta di credito. Sapete di quelle verdi con le scritte argento che non vuole mai nessun esercente perché hanno la più alta percentuale di trattenuta di pagamento.. si dai quelle che quando le tiri fuori il ristoratore ti guarda come se avessi la lebbra a meno che non hai già a priori deciso di pagare una portata il triplo del proprio valore reale. Insomma la comunicazione non era empatica e neanche analitica perché c'era una parte della mia mente che continuava a dire si si si si. E l'altra analitica ma che cazzo di "si" che peraltro ce l'hai pure sta merda di carta di credito. Quella empatica se la tirava e non diceva nulla. La tipa continuava a dire "vuoi mele per i proci" e la parte oscura diceva si certo utilissime...le mangio tutti i giorni... Be tagliamo corto la parte analitica ha ripreso il controllo e ha ordinato al corpo di filare diritto senza dire nulla. La nostra mente è un luogo di confusione dove a seconda del vento che tira si prendono delle decisioni di un tipo piuttosto che di un altro e non è detto che le une siano sempre migliori delle altre. Nel mio caso devo ammettere che stavolta l'analitica ha evitato un'altra grossa in...ata.
Commenti
Posta un commento