CLIMBING JUKE BOX 11

LA SOSTA

Wikipedia La sosta è, in arrampicata e alpinismo, un insieme di punti di ancoraggio tra loro collegati, utilizzati per l'assicurazione della cordata durante la sua progressione su una parete. È quindi un punto di massima sicurezza costruito su almeno due punti di ancoraggio tra loro collegati, ed è condizione necessaria, per una arrampicata sicura, che sulla parete vi siano (o si possano predisporre) delle buone soste. In particolare, la sosta deve garantire il massimo di sicurezza possibile: si tratta infatti del vincolo ultimo che lega la cordata alla parete. In caso di un suo cedimento, le conseguenze possono facilmente essere mortali.








Ma questo è un JUKE BOX per cui la sosta è:


  • Quel luogo dove imprechi mentre il tuo compagno sembra incrodato e il freddo ti assale. Quando il tintinnio dei moschettoni all'imbrago ti avverte che il livello di tremore che hai raggiunto è al limite dell'ipotermia come per miracolo dalle imprecazioni passi alle preghiere e poi alle suppliche. Ti prego Dio fa che il mio compare risolva quel cazzo di passaggio perché oramai io in queste condizioni non potrei far meglio di quello che già sta cercando di fare Lui.
  • Quella piccola cengia dove cerchi di scaricare peso prima che il formicolio alle gambe non diventi così chiaro da indurti a pensare ad una sindrome da imbrago. Ti giri e rigiri come fossi in un incubo cercando di trovare una posizione comoda e pensando a quel bel seggiolone dell'altalena di tuo figlio in giardino. Ecco quello che non rientra nella normale dotazione alpinistica e che invece potrebbe fare la differenza.
  • Quel momento in cui abbracci il tuo compagno che sconsolato ridiscende dopo due tre tentativi e relativi voli senza riuscire a liberare quel maledetto tiro che vi ha portato sin lassù invece di andare in una comoda falesia da panchinari.
  • Quella maledetta sete che ti prende mentre senti i tendini che iniziano a inchiodarsi e capisci che da quel momento in poi il grado lo farà il sole facendoti scoppiare i piedi nelle scarpette ed essiccando il tuo corpo come uno stoccafisso norvegese.
  • Quel giorno maledetto che hai deciso di legarti con la persona sbagliata. Poi lentamente realizzi sarà l'unico compagno della giornata e che tu ti fidi o meno di lui poco cambierà, siete tu e lui per tutto il giorno assieme. Per bene che ti va sarete distanti una 60na di metri non di più.
  • Quel momento di gloria in cui recuperando il tuo compagno con le lacrime agli occhi gli fai capire quanto è stato importante averlo alla sosta precedente per la riuscita del tiro.
  • Quell'attimo di panico in cui realizzi che le corde si sono intrecciate o bloccate e tra i due probabilmente sarai tu il kamikaze che dovrà risalirle fino alla fine tanto per constatare che i nodi galleggianti qualche volta vanno a fondo.
  • Quel momento in cui capisci che la cordata è troppo lenta e la notte presto arriverà e vi costringerà ad una rapida ritirata o ad un bivacco improvvisato.
  • Quell'attimo di silenzio assoluto in cui cerchi di ascoltare la voce del tuo compagno per capire se è arrivato all'altra sosta, è incrodato ancora da qualche parte o ancora peggio non trova la sosta seguente.
La sosta è un luogo pieno di emozioni e ricordi. Noi chiodatori dovremmo prestare più attenzione a dove facciamo sosta. Dovremmo scegliere quando possibile luoghi protetti dalle scariche di sassi, comodi e visibili. Ma sappiamo che questo in una parete verticale o strapiombante è pressoché impossibile. Per cui mentre imprechiamo recuperando il materiale o parancando il compagno sovraccarico ci rendiamo subito conto che molti arrampicatori ricorderanno più quella sosta che l'intera via.

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