CLIMBING JUKE BOX 13

La Falesia in Geologia: Le Falesie sono un versante continuamente sottoposto all'azione del mare e costituiscono gli elementi morfologici caratteristici delle coste rocciose in erosione; sono forme naturali di distruzione i cui residui, rimossi dalle onde, forniscono poi le arenarie che si accumulano nelle spiagge. La Falesia in Arrampicata: Fascia di roccia dove si pratica l'arrampicata. L'arrampicata in falesia è un'arrampicata sportiva in cui si eliminano i pericoli legati al terreno verticale per concentrarsi sul raggiungimento della difficoltà pura o mantenendola come attività sportiva e ludica. Ho fatto un copia incolla di quello che compare alla ricerca della parola Falesia. La prima cosa che notiamo è che c'è una grande incongruenza tra la localizzazione della falesia. Geologicamente e Geograficamente dovrebbe essere sempre legata alla presenza del mare o attuale o in passato. Ma noi arrampicatori sappiamo che il mare non c'entra nulla nel caso dell'arrampicata e il nome è stato rubato solo per descrivere una parete più o meno lineare ed omogenea dove si pratica arrampicata sportiva. Set di rinvii, dispositivo di sicurezza, corda e scarpette. STOP Quando andiamo in falesia ci orientiamo ad una specie di impianto sportivo outdoor più meno difficile da raggiungere ma dove ci aspettiamo un completo allestimento già esistente. Non si capisce quindi la polemica nata sulla questione delle falesie inquadrate come tali. E cioè come dei luoghi in cui i pericoli oggettivi sono stati minimizzati e dove gli allestimenti dovrebbero oramai essere a norma. Che insistano su aree demaniali o terreni privati poco cambia.
Recentemente la situazione di una Falesia nota nella regione e situata su terreno privato ha destato molto scalpore per le iniziative intraprese a tutela della fruibilità della falesia stessa, LEGGI. L'attività sportiva in falesia è rimasta per decenni nel limbo dell'illegalità assoluta non essendoci regole scritte ne leggi specifiche relative a questa. Attività che al giorno d'oggi è divenuta pratica sportiva di massa con un incremento di praticanti esponenziale. Le sale outdoor sfornano centinaia di nuovi adepti ogni mese e quello che prima si riteneva uno sport di nicchia oggi coinvolge migliaia di persone. Persone che ad ogni weekend ma oramai sarebbe meglio dire, ogni giorno, si riversano su queste pareti naturali preventivamente allestite. Non c'è nulla di strano quindi se questa enorme bolla sommersa di praticanti sia sul punto di scoppiare e palesarsi nei confronti delle autorità preposte al controllo del territorio. E' qualcosa che doveva avvenire già da anni per alcuni che avevano intuito il trend ma forse proprio la recente pandemia ha inculcato o intimorito molte persone e le ha portate a pensare che l'arrampicata in qualche modo possa togliere quel senso di soffocamento dovuto dagli sport più orientati agli spazi confinati. Le autorità locali stanno sempre più prendendo percezione del fenomeno e in molte regioni c'é già un ordinamento o regolamento di certi contesti. E' ovvio che esisteranno sempre delle piccolo e piccolissime realtà dove la frequentazione non spiccherà agli occhi di tutti ma è altresì chiaro che alcune falesie oggi "pompano" più praticanti di qualsiasi impianto outddor del territorio comunale. Gli sviluppi sono abbastanza prevedibili in questo campo e vede l'ente Regione come primo interlocutore. Anche se a tutti farebbe comodo che il sottobosco rimanga sottobosco sconosciuto il rischio che una chiusura a cascata e generalizzata di tutte le falesie che insistono in realtà amministrative poco propense a questa pratica esiste eccome, questo rischio è altissimo. Per cui un ufficializzazione e un inizio di formalizzazione di questi luoghi anche se da un lato ingesserebbe la fantasia dei chiodatori dall'altro aprirebbe la pratica alla legalità e magari anche a qualche finanziamento.
Questo sconvolgimento culturale per un popolo che si definisce spesso anarchico/romantico/furi dagli schemi avrà una grande ripercussione sulla comunità. Se prima l'ambiente era zeppo di sognatori e naviganti oggi gli sportivi sono diventati predominanti. La montagna è libera e anarchica ancora al 99% basta uscire dai luoghi "allestiti" per ritrovare tutto quello che uno vuole in termini di libertà e godimento. Ma pensare di provare le stesse emozioni in un luogo che oramai è frequentato da centinaia di frequentatori è abbastanza puerile. Un'altro argomento che lascia stupiti oltre al buco normativo per la gestione di questi siti è la figura del chiodatore. Volontario o meno non esiste ad oggi un riconoscimento ufficiale di colui che dissemina queste protezioni fisse. Ma potrebbe anche disseminare trappole per carenza tecnica o conoscitiva. Insomma i gap da colmare sono tanti e il pubblico che frequenta in aumento. Sembra esssere una situzione da prendere per le corna prima che precipiti nella confusione totale con iniziative misurate di volta in volta per il singolo caso. Ci vorrebbe uno standard o delle linee guida molto semplici sia per gli allestimenti che per gli allestitori e tutto sarebbe più semplice.

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