La Gorgone se n'è andata
Prima la Grecia ora la Sicilia e poi su su fino all'Isola di Man. Non si ferma l'incendio divampato nelle casse di stato europee. L'economia reale è volata altrove ed ha lasciato solo i debiti o meglio i prestiti fasulli che hanno compensato per lungo tempo le varie fasi di latitanza di economia reale.
Così mentre ad Est e ad Ovest nei BRIC e loro satelliti si costruiscono incredibili opere faraoniche, evidenza tangibile della liquidità a disposizione, qui si va a fuoco. Sarà il caldo estivo sarà l'incertezza quotidiana che ci affligge ma mi resta difficile comprendere o meglio prevedere quello che ci succederà <<Nulla di buono dicono i manager>> felici di trovare laureati al prezzo dei facchini <<Vedremo>> dicono i figli di Noè quelli che sono già alla fase avanzata di set-up sussistenziale. Un tetto e un pezzo di pane ci salverà altro che corsa allo spread. Quello che è sicuro è che cultura greco latina e moderna economia di mercato non vanno d'accordo. Anzi il mediterraneo sembra il buco nero delle monete correnti. Per cui al di là delle ruberie dei baroni locali c'è qualche cosa di fondo che rende le due cose incompatibili. Forse l'economia non ama la democrazia. La Gorgone se n'è andata a sedurre altrove ed ha lasciato solo l'odore marcio nefasto della sua presenza oltre agli irreparabili danni... bisogna ricominciare da zero.
Storia della Trinacria
Il
simbolo della Trinacria è oggi conosciuto perchè presente nella
bandiera della Sicilia ed in quella dell'isola di Man. La sua storia è
articolata e, per alcuni versi, ancora avvolta nel mistero, o comunque,
nella indeterminatezza, poichè si ricollega alla mitologia. La
Trinacria, simbolo della Sicilia, è composta dalla testa della Gorgone, i
cui capelli sono serpenti intrecciati con spighe di grano, dalla quale
si irradiano tre gambe piegate all'altezza del ginocchio.
Il simbolo della Trinacria è oggi
conosciuto perchè presente nella bandiera della Sicilia ed in quella
dell'isola di Man. La sua storia è articolata e, per alcuni versi,
ancora avvolta nel mistero, o comunque, nella indeterminatezza, poichè
si ricollega alla mitologia. La Trinacria, simbolo della Sicilia, è
composta dalla testa della Gorgone, i cui capelli sono serpenti
intrecciati con spighe di grano, dalla quale si irradiano tre gambe
piegate all'altezza del ginocchio.
La Gorgone è un personaggio mitologico
che, secondo il poeta greco Esioso (VIII - inizio VII secolo a.C.), era
ognuna delle tre figlie di Forco e Ceto, due divinità del mare: Medusa
(la Gorgone per antonomasia), Steno (la forte), Euriale (la spaziosa).
Avevano zanne di cinghiale, mani di bronzo, ali d'oro, serpenti sulla
testa e nella vita, abitavano presso le Esperidi (figlie di Atlante,
abitanti presso l'isola dei Beati, nella parte più occidentale del
mondo), ed erano in grado, con uno sguardo, di pietrificare gli uomini.
Le spighe di grano sono simbolo di fertilità del territorio.
Le tre gambe rappresentano i tre
promontori punti estremi dell'isola: capo Peloro (o punta del Faro,
Messina), capo Passero (Siracusa), capo Lilibeo (o capo Boeo, Marsala),
la cui disposizione si ritrova nel termine greco triskeles e si
ricollega al significato geografico: treis (tre) e akra (promontori): da
cui anche nel latino triquetra (a tre vertici).
La disposizione delle tre gambe ,
facendo pensare ad una rotazione, ha portato gli studiosi a risalire
fino alla simbologia religiosa orientale, in particolare quella del dio
del tempo Baal nel cui monumento a Vega (Beja, in Tunisia) sopra il
toro, vi è una Trinacria, oppure a quella della luna, dove le tre gambe
sono sostituite da falci.
In oriente, in Asia Minore, tra il VI ed il IV secolo a.C. la Trinacria fu incisa nelle monete di varie città, in antiche regioni quali: Aspendo (in Panfilia sul mediterraneo orientale), Berrito e Tebe (nella Troade territorio intorno alla città di Troia, tra lo Scamandro e l'Ellesponto), Olba (in Cilicia tra Armenia e Siria) e in alcune città della Licia (sud ovest, sul mare). Pur in mancanza di riferimenti alla conformazione geografica, il simbolo fu utilizzato anche a Creta, in Macedonia e nella Spagna celtiberica (area centro-settentrionale). Omero, nell'Odissea, alludendo alla forma dell'isola, utilizza il termine Thrinakie, che deriva da thrinax (dalle tre punte).
In oriente, in Asia Minore, tra il VI ed il IV secolo a.C. la Trinacria fu incisa nelle monete di varie città, in antiche regioni quali: Aspendo (in Panfilia sul mediterraneo orientale), Berrito e Tebe (nella Troade territorio intorno alla città di Troia, tra lo Scamandro e l'Ellesponto), Olba (in Cilicia tra Armenia e Siria) e in alcune città della Licia (sud ovest, sul mare). Pur in mancanza di riferimenti alla conformazione geografica, il simbolo fu utilizzato anche a Creta, in Macedonia e nella Spagna celtiberica (area centro-settentrionale). Omero, nell'Odissea, alludendo alla forma dell'isola, utilizza il termine Thrinakie, che deriva da thrinax (dalle tre punte).
La tesi sulle origini della
Trinacria trovano un riferimento sostanziale nella storia della Grecia
antica. I combattenti spartani incidevano nei loro scudi una gamba
bianca piegata all'altezza del ginocchio: simbolo di forza. Questa
immagine si ritrova nei dipinti sui vasi antichi ed è anche in una
monografia del 1863 sull'argomento, scritta dal filosofo tedesco K.W.
Goettling.
I normanni, arrivati in Sicilia
nel 1072, esportarono la Trinacria nell'isola di Man, che la scelse come
simbolo in sostituzione di quello precedente (un vascello) di origine
scandinava.
Un esempio della rilevanza
simbolica della Trinacria nella storia della Sicilia si è avuta il 30
agosto 1302 con la costituzione dell'isola in Regno di Trinacria a
seguito della pace di Caltabellotta, alla conclusione della guerra del
Vespro che vide la contesa tra gli angioini ed i siciliani ai quali si
allearono gli aragonesi. La titolarità del regno era, dal punto di vista
formale, assegnata a Federico II d'Aragona, di fatto era indipendente
dal resto dei possedimenti angioini nell'Italia meridionale.
La Trinacria è presente anche
negli stemmi di varie dinastie nobili quali gli Stuart d'Albany
d'Inghilterra (forse derivato proprio dal loro dominio su isole del mare
d'Irlanda, tra cui l'isola di Man), i Rabensteiner di Francia, gli
Schanke di Danimarca, i Drocomir di Polonia e in quello di Gioacchino
Murat, re delle Due Sicilie all'inizio del 1800.
La Trinacria è al centro della bandiera della Sicilia, di colore rosso e giallo in senso diagonale, approvata nel gennaio 2000.
La legge stabilisce che la
bandiera siciliana sia esposta all'esterno del Parlamento siciliano
(Assemblea Regionale Siciliana), dalla sede della giunta regionale,
dalle sedi dei consigli provinciali e comunali, dalle sedi dei
presidenti delle provincie regionali e dei sindaci dei comuni, le sedi
degli istituti scolastici di ogni ordine e grado, gli edifici in cui
sono costituiti seggi elettorali in occasione delle elezioni per il
rinnovo del Parlamento siciliano.
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