Facciamoci un goccetto.

Ogni volta che andiamo a scalare è come spegnere l'interruttore dello scaldabagno. Per una frazione di tempo si è fuori da tutto. Lavoro, famiglia, società e pubbliche relazioni. Bé è una sensazione che auguro a tutti di vivere di tanto in tanto. Non dimenticatevi di lasciare il telefono a casa o in auto altrimenti, tutto il vostro lavorio di pianificato allontanamento si vanifica in un attimo. Si vive, anche se per poco, ad un livello privilegiato di osservazione. Fuori dal boiler quotidiano si può guardare con distacco cosa sta accadendo nel mondo che ci circonda oppure semplicemente guardare il cammino del sole che da Est va ad Ovest fino al tramonto e così poi aspettare l'arrivo del buio. Che sia montagna, mare o campagna poco importa. Non c'è lite, spread, ratings e speculazione che ci incupisce. L'unico vostro pensiero è che il tempo regga e che le condizioni ambientali siano gradevoli. L'immensità dell'outdoor.
L'autonomia quotidiana è garantita da quel litro d'acqua che vi state portando a spalla e da quelle poche delizie di frutta secca e cioccolato amaro che occupano l'ultimo spazio libero rimasto nello zaino. L'essenziale è con Voi. **
Devo aprire una piccola parentesi a questo punto che spero non rovini il filo logico del trattato sull'outdoor.

**A dire il vero i più esperti sanno che se in sovrappeso, nei limiti consentiti da un efficiente mobilità articolare e funzionale, c'è un cinturone di merendine virtuali nel giro vita e nell'interno coscia che potrebbero salvarvi la vita nelle situazioni più disperate. Perlomeno allungare la vostra resistenza e di conseguenza la vostra autonomia funzionale. Questi famosi kg in più fanno dannare durante la progressione ma sembrano essere l'assicurazione obbligatoria relegata al rischio di rimanere in panne che si corre. L'ultimo segreto che solo i veri esperti del gruppo conoscono è l'ubicazione esatta del Testimone (il testimone è l'unico rotolo di carta igienica in dotazione al gruppo).  L'utilizzo collettivo  che se ne fa nel tempo l'ha rinominato più propriamente in maniera inconfondibile. Se praticate outdoor regolarmente fregatevene di chi vi accusa di eremitaggio o egoismo. Non c'è stata generazione in passato che ha mai vissuto così intensamente e globalmente le dinamiche sociali quotidiane come la nostra. L'outdoor è la nostra cura a tanto stress globale.

Chiusa parentesi.

Così la giornata scorre tra incertezze, sofferenze, risate, momenti di sconforto e di sollievo. Il tutto contornato da un integralismo alimentare assoluto, volto appunto, a non intaccare le riserve ufficiali.
Pian piano che il target da raggiungere si avvicina ci si concede qualche libertà. Qualche battuta, due o tre parole e qualche smorfia scaramantica. Arriva poi finalmente il sospirato momento di mangiare qualche cosa e di bere un goccetto d'acqua. Fino a quel momento la concentrazione è talmente alta che fame e sete sono esigenze del tutto trascurate.
Ma poi guadagnata la posizione di rispetto e mantenuti i tempi nei limiti consentiti ci si sbottona un pò.
Ci si guarda negli occhi e se il clima è quello giusto il più coraggioso che di solito è anche il meno preparato a vivere l'esperienza esordisce dicendo "facciamoci un goccetto". Se oltre al coraggio è dotato anche di qualità intellettive superiori alla media la risposta è "ma si facciamocelo sto goccetto".

Impensabile che altrove una sorsata d'acqua possa dare tanto sollievo. Sciogliere i nodi in gola e rigenerare il corpo dopo gli sforzi appena sostenuti.

L'essenziale è quello che sempre più difficilmente riusciamo a carpire dalla nostra esistenza. Catturati da mille richieste e bombardati dall'informazione continua rischiamo di dimenticarci quello che poi è essenziale per la nostra sopravvivenza e per un buon stato d'animo.



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