Racconto Natalizio

RACCONTO NATALIZIO

 Siamo arrivati alla fine dell'anno a cavallo fra il Natale e il Capodanno. Quale migliore parentesi temporale per scrivere un racconto "tipo Zen" da cui trarre delle conclusioni generali e personali... Bé ho detto tipo Zen...
 Il racconto si svolge in una città Z durante un pranzo X di lavoro in un bel ristorante Y. Il racconto non ha nulla a che vedere con il periodo natalizio, sci oh! Amen.

LEGGERE ATTENTAMENTE QUESTA AVVERTENZA

Questo racconto è assolutamente sconsigliato ai deboli di stomaco, benpensanti e moralizzatori.    Pochissimi miei amici appartengono alla prima categoria infatti quasi tutti almeno una volta all'anno si abbracciano il lavandino o il water e li stringono per un valzer dal finale esplosivo. Nessuno appartiene alle altre due categorie dei benpensanti e moralizzatori, quelli cioè che regalano delle chicche d'oro nelle tavole di rito contemporanee..be di quelli non ho pietà comunque amici o non amici.

Ho detto assolutamente sconsigliato a queste tre categorie!

Iniziamo...


<<... questo pezzo di sottofondo me lo ricordo penso fra me e me. Ma la musica è così sdolcinata, appiattita e trasformata che diventa il solito dolce rumore di fondo dei ristoranti e hotel di classe. Ti accompagna dalla reception all'ascensore fino a tavola. Eppure questo è un ristorante di classe, cavolo. Una melodia meno dopata potrebbero permettersela. La gente parla sottovoce a modo e nessuno rumoreggia con le posate. Tutti parlano di lavoro qualcuno mostra tra un piatto e l'altro un grafico sul suo smart, qualcun altro ha il coraggio di tirare fuori qualche foglio magari per raccattare una firma tanto agognata. Il maître sorride sempre ma la brigata di sala percepisce benissimo i fulmini malefici che partono dai suoi occhi. Tutto è perfetto e le portate si susseguono in perfetta armonia, la musicalità della sala è un tutt'uno.




Uno degli ospiti chiede ad un cameriere di parlare con lo chef tanto è stupito dalla bontà e dalla fantasia decorativa dei cibi serviti. Lo vedo che gesticola con le mani a dimostrazione dello stato di grazia raggiunto attraverso le varie portate. Ma lo chef da chef che si rispetti non abbandona la cucina (tutti sanno che se lo fa è quando oramai si è vicini alla frutta) ma manda il Secondo a curare le pubbliche relazioni. Il secondo arriva è un po' paonazzo; A dire il vero mi sembra che barcolli pure un po'. Lo noto solo perché oramai ho interrotto le comunicazioni con i miei vicini e sono calamitato dalla situazione creatasi che ora sta facendo schizzare la mia lancetta di attività celebrale da 15% a 80% di uso RAM. Cazzo, barcolla sul serio!! Mi intendo di equilibri e vedo che il passo seguente è più mirato a parare la sbandata che la progressione. Puzzo! Mi capita tutte le volte che mi emoziono. L'adrenalina deve far sganciare nella mia sudorazione le peggio memorie olfattive ancestrali della mia razza.
Il Secondo attraversa la sala a dir vero fra gli sguardi preoccupati dei camerieri che incontra nel mentre. Il maître non ha più quel cazzo di sorriso stampato in faccia.

Arriva al tavolo fa per salutare gli ospiti tanto estasiati ma in realtà è come un treno che sfonda i fondo corsa, va fuori dai binari ed entra nella stazione. Ho la pressione arteriosa a mille. Le arterie del collo tese e dure come due cannucce da frappè. Si sdraia su tavolo e erutta un getto di vomito raccapricciante sulla giacca del gesticolatore estasiato.
Che casino non posso non alzarmi in piedi e trattenere a stento la risata.
Gli ultimi metri di corsa impazzita avevano turbato la quiete della sala, quindi in molti, si erano voltati a vedere la scena.... CHE SPETTACOLO!!  Il cuore mi pulsa come se avessi fatto cento metri di corsa al massimo. Il maître ora ha una paralisi facciale ma a voce coordina immediatamente il rescue plan. Segue alla lettera gli steps studiati ma rarissimamente messi in pratica. Gli ordini alla brigata sono ora verbali e confusi.

E' il caos totale e io ce la metto tutta per montarlo enfatizzando l'imbarazzo generale. La sala si spezza in 4 categorie. Benpensanti restano seduti fanno finta di nulla neanche accennano alla cosa anche se il Vomito è stato da record in termini di getto, volume e puzzo. Con loro i moralisti che con lo sguardo incupito si rinchiudono in se stessi con infinita tristezza. I deboli di stomaco (donne per la maggior parte) si concentrano in zona cessi. Ma la coda è lunga per cui, inevitabilmente, i vomitaticci eleganti delle signore e signorine si spalmano a muro. A me occasioni d'oro così nella vita ne sono capitate 2 o 3 massimo in 40 anni cazzo e non me la faccio sfuggire questa. Ma manco per sogno.
 Avevo visto il bar ben fornito e con una sgomitata faccio cenno al mio collega empatico di seguirmi. Si va dietro il banco si cambia la musica e si inizia a servire drinks. Un cameriere insubordinato della brigata ci da una mano escludendo la musica dalla sala grande e mettendola a palla nella zona bar. Che figata..  Ho smesso anche di puzzare come un cinghiale. Fico!
Finalmente le gente inizia a parlarsi anche se non si conosce i temi sono vari e i sorrisi veri non più formali e istituzionali. Chi finalmente trova il coraggio di provarci con la collega bacchettona e chi fa per approcciarsi alla vicina di tavolo mirata sin dagli antipasti. Di là è ancora piena tempesta e le categorie 1 e 2 si stanno organizzando per chiudere rapidamente il pasto. Di qua va alla grande i toni sono dignitosi e l'esperienza lascerà un buon ricordo a tutti.. anche io ho le mie mire per cui mi prendo una bottiglia due bicchieri e abbandono la console al collega impazzito che scopre finalmente la sua vera vocazione professionale.. fare il barman...>>

Ognuno di Noi difficilmente identificabili come soggetti ma sicuramente non appartenenti alle categorie a cui è stata sconsigliata la lettura possiamo trarre delle conclusioni. Io ne ho tratte alcune nel dormiveglia di stamane.
 La prima è che la Nostra vita è compressa in pochissimi eventi speciali. Il primo amore, il primo rapporto sessuale, la nascita di un figlio, la morte di un caro amico e pochi altri. Sembra che gli imprevisti o gli eventi rari siano la vera ragione e succo della nostra esistenza.
 La seconda è che la vita quotidiana riduce le nostre capacità comunicative e interattive a dei livelli miseri. Come rottami umani vaghiamo nella speranza di imbatterci in uno dei suddetti imprevisti. Questo credo sia un male tipicamente occidentale. La terza ed ultima è la seguente. Se vedete in sala un cameriere barcollare o pallido in viso allora siate pronti!! A vivere!!

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